Referendum costituzionale. Ora che i giochi sono quasi fatti, che manca pochissimo al voto, mi sta scattando un grande moto di nostalgia per l’Assemblea costituente che fu nel dopoguerra lo strumento che usarono i padri fondatori della patria per darsi l’attuale Costituzione. Perché comunque andranno le cose il prossimo 4 dicembre e soprattutto se i sondaggi (come accade spesso recentemente) avranno torto evincerà il sì dal 5 dicembre l’Italia avrà una nuova Costituzione decisa a colpi di maggioranza di governo.
Si rischia cioè di avere una Costituzione voluta da pochi oppure, peggio ancora, da solo una parte politica, cioè una Costituzione divisiva.
Per scongiurare tutto questo sarebbe bello che tutti, tutti, andassero a votare il 4 dicembre: avremmo almeno la certezza che il risultato del voto rispecchi la volontà popolare della maggioranza dei cittadini.
L’Assemblea costituente dei padri fondatori dell’Italia repubblicana almeno era composta da tutto il quadro politico esistente allora e il testo che venne promulgato era frutto di lunghe discussioni e compromessi tra le varie parti: era un testo condiviso, non divisivo! Rispecchiava la volontà popolare di allora.
Al contrario, se vincerà il Sì con una partecipazione al voto scarsa, non plebiscitaria, la nostra generazione trasmetterà alle generazioni future un testo che rappresenterà pochi cittadini e molti si sentiranno esclusi, questo non mi piace: ecco perché ho nostalgia dello strumento politico dell’Assemblea costituente. Se si fosse usato quello strumento, e non un testo promulgato dal governo, per redigere nuovi articoli della Costituzione, mi sarei sentita più tranquilla.
Vi prego convincete tutti ad andare a votare, la nuova Costituzione dovrà essere decisa dal popolo non da quattro gatti.