L’Italia è una lunga penisola con due grandi isole e vari arcipelaghi. La penisola è montuosa e lunga e stretta. Al sud si producono soprattutto beni alimentari, al nord soprattutto beni industriali. Gli scambi commerciali nord/sud sono notevoli. Logica vorrebbe che i nostri mari fossero solcati da grandi navi da trasporto dei camion.
Ebbene la logica in Italia non è mai così logica… Infatti storicamente i politici del nostro paese hanno privilegiato il trasporto su gomma per favorire le grandi industrie automobilistiche del nord. Per cui abbiamo investito più sulle strade che sui porti. Inoltre i porti erano/sono presidiati da forti cooperative di sinistra sindacalizzate e agguerrite con cui era difficile instaurare rapporti di lavoro moderni. Per cui i nostri porti sono stati ben lungi dall’assomigliare a quelli del grande nord europeo. Amsterdam ecc. ci hanno sempre surclassati.
Però i politici italiani sono anche da sempre famosi per i loro bla-bla e difatti io ho memoria che già 40 anni fa si parlava (solo parlava) di investire sui porti per realizzare le “autostrade del mare”. Nel frattempo qualcosa (molto) è cambiato a livello politico e industriale: i vecchi partiti Dc, Psi e Pci sono spariti mentre le grandi industrie automobilistiche hanno de-localizzato e i sindacati dei portuali sono addivenuti a più miti consigli.
Finalmente si può riprendere a realizzare le autostrade del mare! Ed ecco che infatti cominciano a riapparire sui giornali le prime notizie al riguardo. Pare che negli ultimi anni si siano fatti buoni progressi incominciando ad investire nel settore sia per quanto riguarda le navi da trasporto dei camion sia per quello che riguarda le infrastrutture portuali e gli interporti. Però pare che in molte realtà manchi “l’ultimo miglio”, cioè l’adeguamento della viabilità locale per raccordare le autostrade ai porti. Comunque sembrerebbe che la via delle autostrade del mare cominci a prendere spessore e che sia calcolabile un aumento dei traffici e che questo cominci ad essere significativo.
Anche gli ecologisti dicono di essere contenti: meno trasporto su strada significa, infatti, meno inquinamento. Però, secondo me, c’è un però… Immaginiamo che si riesca ad arrivare ad un trasporto delle merci via mare più significativo: diciamo di riuscire a trasferire dalle strade al mare il 50% dell’attuale trasporto su gomma. Ebbene l’aria che respiriamo se ne avvantaggerebbe, ma l’acqua dei nostri mari che fine farebbe? Si sa che le navi hanno la cattiva abitudine di pulire le loro cisterne in alto mare e noi lo capiamo quando le nostre spiagge si riempiono di schiume o di pallottole di catrame. Se già il fenomeno si è evidenziato fin qui, che i trasporti sono ancora relativamente pochi, cosa succederà in futuro? Rischiamo di rovinare le nostre belle coste e addio ecosistemi e anche industria turistica!
Bisogna pensarci prima. Bisogna pensarci ora!
Sarebbe bello che politici, armatori e cittadini ne fossero consapevoli ora prima di investire soldi in grandi navi inquinanti e dover poi piangere sui danni fatti.
Sarebbe bello se i governi favorissero con adeguati incentivi fiscali l’investimento su navi da trasporto più ecologiche anche perché ormai sono fattibili grazie alle nuove tecnologie: moderni velieri alimentati con motori a gas. Sono queste le navi che dovrebbero solcare i nostri bei mari ed avvicinarsi alle nostre belle coste. Ormai abbiamo anche la possibilità di rifornirle di gas in alto mare con gli Olt come quello attivo davanti alla costa livornese. Sarebbe bello che tutti avessero lo sguardo avanti per garantire un futuro migliore a tutti.