Nel XX secolo 8 anni separano una generazione dall’altra. Ho da poco letto il nuovo libro di Pietro Ichino “La casa nella pineta” e ne ho avuto la prova.
Un libro scritto molto bene che si legge volentieri. Un libro un po’ come il mio: partendo dalle radici familiari racconta l’impronta che ne ebbe la sua infanzia per poi spiegare il perchè delle sue scelte da adulto.
Ebbene, lui, come me, ha radici forti di famiglia. Lui, come me, una infanzia milanese e in una casa avita in Toscana. Lui, come me, un imprinting dovuto al rapporto diretto con Don Lorenzo Milani. Ma… Ma 8 anni hanno fatto una grande differenza. Sì perchè lui ha 8 anni più di me.
Come è possibile che aver incontrato sulla propria strada Don Milani da bambino, ma 8 anni prima lo abbia portato ad un impegno nel lavoro e nella politica tutto a sinistra, mentre io, 8 anni dopo, ho sì avuto come prima tessera quella del Pci, ma poi ho virato verso il federalismo della Lega?
Lui da Don Milani ha preso il sentirsi in dovere di rendere. Rendere i privilegi di un’istruzione borghese a chi non l’aveva avuta. Lo ha fatto attraverso l’impegno nel sindacato della Cgil e nella sinistra. E’ divenuto un ottimo giuslavorista, ma molto contestato proprio da chi era più a sinistra. Ha persino dovuto vivere sotto scorta per via delle minacce dei terroristi!
Io da Don Lorenzo ho preso il motto: “I CARE”. Sì, perchè non ho fatto a tempo a godere di un’istruzione borghese. No, sulla scuola era passato un ciclone che aveva distrutto tutto senza ricostruire alcunchè…
Già: la mia generazione ha vissuto il declino delle idee della sinistra proprio a partire dal clima di violenza instauratosi fin nelle scuole e nelle università dopo il 1968. Ho visto di persona come “Lettera ad una professoressa” fosse strumentalizzato più che compreso ed applicato. Da qui il disamore per quella sinistra massimalista, becera. Da qui il ripiegarsi in famiglia durante gli anni della “Milano da bere” cioè dei socialisti alla Craxi.
Ma poi ecco riemergere I CARE forte; quando si trattò di scrollarsi di dosso tutta quella corruzione. Senza la presenza di una Lega vincente la magistratura milanese non avrebbe avuto la forza di un’indagine come quella che fu di “Mani pulite” che si abbattè sui socialisti rampanti e grifagni. Da lì si arrivò all’indignazione popolare che portò la Lega al governo di Milano con Formentini. Una vittoria straordinaria. In due anni la Lega passò dal 6% a Milano ad avere il sindaco e una giunta che era perbene. I CARE aveva vinto!
Berlusconi fu la reazione del vecchio sistema a quella forza politica così nuova e dirompente. Ci sono voluti più di 25 anni e un nuovo secolo, il XXI, per risollevare l’indignazione popolare con il movimento dei 5 stelle…
L’insegnamento che ne traggo? Ogni secolo ha una sua dinamica. Nell’800 le innovazioni tecnologiche erano solo agli albori. All’inizio del secolo la forza lavoro era soprattutto contadina, alla fine cominciavano a prendere piede le industrie e gli operai. In quegli anni le generazioni si susseguivano ad un ritmo certamente più blando e forse erano più dovute alle guerre: i famosi “coscritti” commilitoni che avevano vissuto le medesime battaglie. Oggi nel 2000 con l’avvento dell’informatica tutto avviene ad una velocità molto più frenetica. Ma nel ‘900, 8 anni era veramente un salto generazionale.
La storia non si fa nè con i se nè con i ma però lasciatemi una divagazione fantasiosa…
Se Lorenzo Milani anzichè nascere nel 1923 fosse nato 8 anni dopo durante il passaggio della “linea gotica” a Firenze non avrebbe rischiato di finire militare perchè troppo piccolo. Avrebbe poi forse studiato all’Università di Milano e forse avrebbe dato il là a moderni studi sociologici: infatti tutti i suoi libri sono compendi di sociologia ante litteram…
Forse Dio avrebbe toccato lo stesso il suo animo sensibile e sarebbe stato lo stesso un ottimo prete, ma forse, invece un ottimo sociologo.
Del nostro destino solo Dio è a conoscenza.