Come un seme

Perché scrivere queste pagine? Perché condividere alcune mie idee su internet?

Spesso mi domando se sia una buona cosa. In realtà non mi aspetto molto da questa scelta.

Sono fatalista: queste pagine di idee, per me, sono come fogli inseriti in una bottiglia da un naufrago. Chissà se approderanno da qualche parte?

Oggi siamo tutti un po’ soli come naufraghi. Infatti è sempre più difficile (se si esclude il web) riuscire ad instaurare un dialogo vero con qualcuno. Non si ha mai tempo. Anche se si inizia una buona conversazione con una persona, si viene subito interrotti da mille cose che premono: il telefonino, il pc, le questioni concrete e contingenti di lavoro ecc. Così finisce che non ci proviamo nemmeno più ad iniziare delle belle conversazioni. La televisione poi ci ha incoraggiato a trasformare i dialoghi o in monologhi, o in risse verbali.

Invece mi ricordo di quando, con mia nonna, facevo visita alle sue amiche, all’ora del tè. Ebbene, allora io ero piccola, ma passavo un’ora e più ad ascoltarle conversare di tutto un po’, anche di attualità e politica e non era una cosa noiosa perché le arzille vecchiette erano anche argute.

Sul web per dialogare, quindi, con alcune idee per vari spunti di conversazione. Sperando di essere arguta.

Sarebbe bello se ogni pagina del blog fosse come un seme che si lancia al vento. Se il destino vorrà cadrà su terreno fertile e germoglierà. Se invece cadrà su terreno arido seccherà. Se finirà in acqua sarà travolto dalla corrente. Chi vivrà vedrà…