Basta andare in Svizzera per vedere strade, ponti e gallerie manutenuti davvero bene. Laggiù l’efficienza dovuta al federalismo fiscale e alle competenze ben distribuite sono sotto gli occhi di chiunque. Quello che non si vede, ma che qui voglio ricordare sono due aspetti cruciali: in primo luogo i Tir in Svizzera non possono viaggiare se il peso che trasportano è superiore alle 15 tonnellate; in secondo luogo gli svizzeri dirottano la gran parte del trasporto merci sulle rotaie o, a Basilea, sul trasporto sul fiume Reno.
In Italia è richiesto ai Tir di non superare le 30 tonnellate cioè esattamente il doppio del peso! Un raddoppio del peso e una concentrazione del traffico su gomma talmente superiore che c’è da domandarsi se basterebbe essere bravi a manutenere per risolvere i nostri problemi viari.
Penso che al di là delle manutenzioni si ponga sempre di più la questione d’imparare dagli svizzeri anche perchè la loro orografia non è diversa dalla nostrana. Qui, come lì, non si tratta di fare belle strade in pianura, ma di affrontare monti e valli. Meno peso dei Tir e meno Tir significano più longevità delle strade e meno inquinamento!
La riflessione successiva riguarda il chi e il come. Nel momento in cui un nuovo governo emanasse una nuova legge sul peso dei camion chi dovrebbe farla rispettare e come? Quello che rimane delle Provincie dovrebbe essere demandato a seguire tutto: sia la manutenzione stradale sia l’applicazione della legge sui trasporti. Bilance per pesare i camion vicino alle vie di comunicazione da far utilizzare alla polizia stradale quando ferma i camion.
La lezione delle ultime elezioni è che i cittadini hanno rinnovato di molto il Parlamento. Il nuovo governo vuole essere davvero nuovo? Allora ha tre questioni realmente innovative da affrontare al di là dei programmi.
- Controllare effettivamente l’applicazione della legge.
- Superare le pastoie burocratiche evitando di legiferare con l’ennessima postilla finale che demanda ai famigerati “regolamenti attuativi”.
- Controllare il come si sia arrivati a dare le concessioni.
Sì perchè in Italia si fanno belle leggi, ma poi l’applicazione delle stesse è demandata a regolamenti attuativi che vengono delegati alle burocrazie romane, mai elette da nessuno. Se queste non sono d’accordo sul contenuto della legge ritardano all’infinito il regolamento attuativo e quindi l’applicazione delle nuove norme. Oppure, più spesso, infarciscono il regolamento attuativo di mille pastoie burocratiche da rendere l’applicazione della legge difficile. Come si dice: “fatta la legge: trovato l’inganno…”.
Infine siamo davvero sicuri che la via da seguire sia quella di togliere la concessione ad Atlantia? Significa entrare in un gineprario di cavilli e di risarcimenti.
Non sarebbe meglio invece andare a vedere se il bando che ha visto i Benetton vittoriosi è stato fatto secondo tutti i crismi delle leggi italiane e internazionali? Se si potesse trovare delle inadempienze si potrebbe scardinare la concessione dalla base. Si eviterebbero i rischi di dover strapagare i vecchi concessionari.
Questo modo di agire significherebbe, secondo me, portare delle vere novità nel nuovo modo di governare e sarebbe davvero bello…