Diploma di cittadino completo

Oggi il Servizio Civile è una realtà presente nel nostro Paese. Sarebbe bello se in futuro divenisse il coronamento di un percorso educativo di ogni fanciullo/a che vive e cresce in Italia. Si tratterebbe di credere veramente nella possibilità e nella necessità di educare e formare alla cittadinanza.

Stamani parlando con Alberto Osti, un amico che a Roma si occupa anche di educare i ragazzi che fanno il Servizio Civile, ho scoperto che la legge prevede un percorso di 8 ore educative con sei materie obbligatorie e due personalizzate. Di queste 8 ore una deve essere dedicata alla storia del servizio civile. Lui nella sua attività inizia proprio da quello che fu l’esperienza di Don Lorenzo Milani nella vicenda della lettera ai cappellani militari a favore dell’obiezione di coscienza. Quindi, con piacere, ho appreso, che Don Lorenzo non ha smesso di essere un esempio anche ai nostri giorni!

Ma 8 ore sono pochissime, inoltre il Servizio civile ha risorse limitate e i ragazzi che lo possono fare sono troppo pochi!

In Italia è sotto gli occhi di tutti la carenza di educazione civica dei nostri cittadini. Bullismo, incapacità di rispettare monumenti e ambiente, carenza di buone maniere sono sempre più evidenti.

Ha ragione Matteo Salvini: occorre imboccare una strada diversa e migliore: formare le persone ad essere buoni cittadini attraverso il Servizio civile obbligatorio.

Salvini propone 6 mesi per ogni giovane. Io invece penso che sarebbe bello introdurre un percorso scolastico ed extrascolastico molto più ampio e completo che si dovrebbe concludere con un “diploma di Cittadino”.

Esperienze civiche concrete e formative che si farebbero nelle scuole e non solo. Un bambino di tre anni che frequenta la scuola materna è già in grado di comprendere concetti semplici come il ciclo delle stagioni. Uno di quattro anni può capire come rispettare l’ambiente,  andando in gita senza lasciare rifiuti in giro. A cinque anni si può imparare il rispetto del lavoro dei contadini seminando fagioli in classe. A sei si può imparare ad attraversare la strada da soli e a conoscere i segnali stradali ecc.

Anche in estate si potrebbero coinvolgere associazioni, animatori e centri sportivi che insegnino i vari aspetti della convivenza civile con campeggi, giochi ecc.

Alla fine di ogni tappa si potrebbe prevedere il conseguimento di un attestato. Un po’ come avviene all’interno degli scouts che premiano con i brevetti chi dimostra di aver acquisito uno certa capacità o una certa competenza. (Vi ricordate le medaglie distribuite alle Giovani Marmotte dal Gran Mogol…?).

Queste esperienze diverrebbero sempre più impegnative man mano che si cresce. Ad esempio alle scuole medie recitare in scenette che insegnino il rispetto degli altri sarebbe una bella esperienza per prevenire il bullismo.

Chiunque svolge un ruolo educativo, dai genitori, agli insegnanti ecc. potrebbe proporre percorsi didattici divertenti.

La scuola superiore dovrebbe prevedere la conoscenza delle leggi fondamentali, a cominciare dalla Costituzione oltre alla capacità di accedere consapevolmente alle informazioni sia cartacee che in internet, imparare ad usare i social e non esserne travolti ecc.

Alla fine il percorso si dovrebbe coronare con un anno di Servizio Civile che dovrebbe prevedere, a differenza di oggi, anche che i ragazzi e le ragazze vivessero un anno lontano da casa in modo da formarsi anche nel carattere e nell’autonomia.

Tutto questo abbisogna di politici fortemente motivati ad organizzare il tutto e di risorse adeguate magari anche riallestendo le vecchie caserme adattandole alle nuove necessità.

Il dilpoma da Cittadino potrebbe persino essere meglio di un diploma di maturità…

Sì, sarebbe bello che l’idea di Salvini prendesse forma e concretezza: se proprio non si può fare il massimo, almeno cominciamo dai 6 mesi per tutti.

Le vere novità

Basta andare in Svizzera per vedere strade, ponti e gallerie manutenuti davvero bene. Laggiù l’efficienza dovuta al federalismo fiscale e alle competenze ben distribuite sono sotto gli occhi di chiunque. Quello che non si vede, ma che qui voglio ricordare sono due aspetti cruciali: in primo luogo i Tir in Svizzera non possono viaggiare se il peso che trasportano è superiore alle 15 tonnellate; in secondo luogo gli svizzeri dirottano la gran parte del trasporto merci sulle rotaie o, a Basilea, sul trasporto sul fiume Reno.

In Italia è richiesto ai Tir di non superare le 30 tonnellate cioè esattamente il doppio del peso! Un raddoppio del peso e una concentrazione del traffico su gomma talmente superiore che c’è da domandarsi se basterebbe essere bravi a manutenere per risolvere i nostri problemi viari.

Penso che al di là delle manutenzioni si ponga sempre di più la questione d’imparare dagli svizzeri anche perchè la loro orografia non è diversa dalla nostrana. Qui, come lì, non si tratta di fare belle strade in pianura, ma di affrontare monti e valli. Meno peso dei Tir e meno Tir significano più longevità delle strade e meno inquinamento!

La riflessione successiva riguarda il chi e il come. Nel momento in cui un nuovo governo emanasse una nuova legge sul peso dei camion chi dovrebbe farla rispettare e come? Quello che rimane delle Provincie dovrebbe essere demandato a seguire tutto: sia la manutenzione stradale sia l’applicazione della legge sui trasporti. Bilance per pesare i camion vicino alle vie di comunicazione da far utilizzare alla polizia stradale quando ferma i camion.

La lezione delle ultime elezioni è che i cittadini hanno rinnovato di molto il Parlamento. Il nuovo governo vuole essere davvero nuovo? Allora ha tre questioni realmente innovative da affrontare al di là dei programmi.

  1. Controllare effettivamente l’applicazione della legge.
  2. Superare le pastoie burocratiche evitando di legiferare con l’ennessima postilla finale che demanda ai famigerati “regolamenti attuativi”.
  3. Controllare il come si sia arrivati a dare le concessioni.

Sì perchè in Italia si fanno belle leggi, ma poi l’applicazione delle stesse è demandata a regolamenti attuativi che vengono delegati alle burocrazie romane, mai elette da nessuno. Se queste non sono d’accordo sul contenuto della legge ritardano all’infinito il regolamento attuativo e quindi l’applicazione delle nuove norme. Oppure, più spesso, infarciscono il regolamento attuativo di mille pastoie burocratiche da rendere l’applicazione della legge difficile. Come si dice: “fatta la legge: trovato l’inganno…”.

Infine siamo davvero sicuri che la via da seguire sia quella di togliere la concessione ad Atlantia? Significa entrare in un gineprario di cavilli e di risarcimenti.

Non sarebbe meglio invece andare a vedere se il bando che ha visto i Benetton vittoriosi è stato fatto secondo tutti i crismi delle leggi italiane e internazionali? Se si potesse trovare delle inadempienze si potrebbe scardinare la concessione dalla base. Si eviterebbero i rischi di dover strapagare i vecchi concessionari.

Questo modo di agire significherebbe, secondo me, portare delle vere novità nel nuovo modo di governare e sarebbe davvero bello…

Libero arbitrio ?

Il tragico crollo del ponte Morandi a Genova mi ha indotto a riflettere sul tema del libero arbitrio. Parlare di destino è insoddisfacente, almeno per me. Perchè uno cade nel baratro e l’altro no? Perchè fra chi cade qualcuno è persino illeso e altri feriti e altri morti? Davanti a domande così difficili può ritenersi più soddisfacente credere a un Dio che tutto vede e a tutto provvede? Io penso di sì.

Essere razionali e atei può dare risposte concrete su cui si basano poi le sentenze: come era stato progettato il ponte? Con quali materiali era stato costruito? Perchè quello di Agrigento identico nel progetto è in disfacimento e chiuso da anni? Perchè quello di Genova non ha dato preavviso dell’imminente crollo? Ecc. Sembra facile pensare che tutto sia dipeso da scelte umane e che le scelte umane siano state dettate da ragionamenti cioè in fin dei conti dal libero arbitrio.

Ma nell’intimo di ciascuno rimarrà sempre la domanda: perchè a loro sì e ad altri no?

Davvero tutto dipende dal libero arbitrio? Credo di no.

Esiste davvero il libero arbitrio? Penso di sì, ma si riferisce a pochissime scelte individuali.

Ce ne sono due su cui troverò concordi molti: decidere se continuare a vivere o suicidarsi. Quando l’atto di togliersi la vita è volontario e portato a termine con successo è forse un atto di libero arbitrio. Però nel caso in cui invece ci si prova a togliersi la vita, ma poi interviene qualcosa che ci impedisce di morire, già il nostro potere di libero arbitrio ne viene inficiato. Chi o cosa ci ha impedito di morire? Forse la mano di Dio che ha voluto rimetterci in gioco?

Decidere se essere atei o credere in Dio. Sì perchè si può pensare che siamo dotati di intelligenza superiore e quindi tutto dipende da come ragioniamo e agiamo. E’ un pensiero che fa affidamento solo sulle capacità umane di libero arbitrio. Io penso però che non riesca a soddisfare tutti i casi della vita. Se evitiamo di essere boriosi e accettiamo un po’ di umiltà ci renderemo conto che il destino ha influito moltissimo sulle nostre scelte. Il film “Sliding doors” dimostra visivamente quelo che voglio intendere. Se siamo umili diamo un nome al destino e quel nome è Dio.

Ci sarebbe un altro caso di libero arbitrio, ma per contemplarlo bisogna credere nella metempsicosi (cioè nella reincarnazione). Chi vi crede sostiene che le azioni nelle vite precrecedenti determino la nascita nella vita attuale. Il Karma dell’induismo. L’uomo vivrebbe in una sorta di gioco dell’oca che si svolge in una spirale di più vite consecutive. Ma in un certo senso qui il libero arbitrio avrebbe più importanza: se scegli una certa strada potrai rivivere in un modo migliore che se ne scegli un’altra. Si potrebbe pensare addirittura ad una sorta di copione con sfide di varia difficoltà che ci verrebbe proposto prima di reincarnarsi. Sarebbe il nostro libero arbitrio a decidere se scegliere un copione più facile o più difficile. Il nostro libero arbitrio interverrebbe prima della nostra rinascita. E poi anche durante la vita? Se decidiamo di seguire il copione o se invece ce ne discostiamo in modo evidente dipenderebbe dal libero arbitrio? Chissà…?

Avere la coscienza pulita dipenderebbe da questa capacità di seguire la retta via scelta dal nostro libero arbitrio nel momento in cui Dio ci sottopone i copioni? Si spiegherebbe perchè si nasce in una famiglia piuttosto che in un’altra, perchè due gemelli omozigoti hanno comunque due destini diversi ecc.

Sono domande davvero difficili a cui è giusto che ciascuno dia le proprie risposte. In questo momento, comunque il cordoglio va alle vittime di Genova augurando loro di rinascere a miglior vita: che Dio veda e provveda…

 

Carta dove sei?

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Fare la spesa ormai è uno strazio. Nessuno o quasi ti avvolge i prodotti nella carta. Nemmeno al mercato quando compri frutta e verdura!

Quei bei sacchetti di carta beige/marrone che fine hanno fatto? La plastica biodegradabile o normale ci sommerge. Aiuto!

Tutto confezionato in plastica, cellofane e pacchetti vari, persino comprare le uova nell’imballo di cartone sta diventando difficile.

Ah se si potesse ritornare alla carta riciclata, come sarebbe bello…

Alla coop del centro Grancia a Lugano c’è questo bel congegno che serve ad incentivare il riuso delle confezioni in plastica. Sarebbe bello  fosse una cosa diffusa ovunque, che entra nella normalità.

Più carta e meno plastica, sarà così difficile da ottenere?