Scrivere poco. Scrivere solo quando si è sicuri di avere qualcosa da dire. Quando ho aperto il blog non volevo farmi travolgere dal mezzo. La mia vita di prima non ne doveva essere stravolta altrimenti mi sarei sentita alienata da me stessa. Essere connessi sempre è disumanizzante, si rischia di perdere la capacità di riflettere con se stessi e la capacità di guardare negli occhi le persone e comprenderle.
L’Iphone compie 10 anni, ormai i Pc sono su ogni scrivania, abbiamo il mondo a portata di mano, di occhi e di orecchie, ma l’umanità rischia di perdersi ed è un problema che è anche difficile da percepire per la maggior parte delle persone iperconnesse. Come puoi capire di aver bisogno di silenzio se non ne hai mai gustato i pregi? Come puoi sentire la mancanza di un contatto visivo con gli amici quando sei abituato a frequentarli quasi solo on line? E l’empatia? Dove può essere andata a finire se anche quando si è insieme non si staccano gli occhi dallo schermo del cellulare?
Sembra che per rapportarsi con gli altri sia suffciente digitare, guardare foto, oppure ascoltare, ma l’empatia è molto più intima e profonda e solo con i vecchi sistemi di frequentarsi può nascere e svilupparsi.
La mia generazione, almeno, anche se si è fatta travolgere ed è iperconnessa, conserva un lontano ricordo di come era vivere senza la rete. Ma le nuove generazioni, come potranno sapere che stanno perdendo la loro umanità se non l’hanno mai vissuta davvero?
Siamo arrivati al punto in cui gli adulti che si ricordano come eravamo più umani senza wifi, si devono porre il problema di non far perdere l’umanità ai giovani garantendo loro tempi e spazi lontani dagli smart phone, in cui possano essere persone vere e non prolungamenti della rete.
Sarebbe bello se nelle scuole si usasse l’orario pomeridiano, quello fuori dalle lezioni, per vivere. Uno spazio e un tempo in cui si vive senza essere connessi. Lì si farebbe esperienza di umanità, amicizia, empatia. Solo vivendo davvero alcune ore al giorno i giovani potranno scoprire che il mondo può essere interessante e vivido anche senza smart phone. E per farlo hanno bisogno di tempi e spazi dove ci si frequenta senza utilizzare la rete, luoghi e modi dove si visita il mondo e la natura senza schermi.
Sarebbe bello che si riuscisse tutti a usare la rete in dosi omeopatiche!