La crisi dei vecchi partiti europei che derivano ancora dalle ideologie del 1800 è sotto gli occhi di ciascuno di noi. Vorrei riflettere brevemente sulle cause di questa debàcle epocale.
Intanto cominciamo ad esaminare gli inizi storici. In Europa l’800 vide l’affermarsi della rivoluzione industriale. Fu un processo grandioso e al contempo doloroso. Milioni di contadini si convertirono in operai cittadini. Le condizioni di lavoro inizialmente erano abbruttenti e anche le condizioni abitative erano indecorose. Fu in quel contesto che nacquero le ideologie. Il marxismo altro non fu che un’idea di economia politica che tentava di ristabilire un nuovo equilibrio sociale: migliori condizioni di vita per i lavoratori salariati. Dalla teoria si passò poi all’ideologia quando alcuni partiti misero quelle idee a fondamento del proprio programma politico.
Nel ‘900 arrivò Lenin in Russia e nacque il Comunismo, ovvero l’ideologia dei lavoratori al comando di tutto: un Paradiso in terra.
Bastò il libro di Orwell “La fattoria degli animali” a rivelare che il re era nudo? No, purtroppo no. Ormai il meccanismo ideologico era innestato e anzi prese piede sempre di più: del resto le condizioni degli operi erano ancora difficili, occorreva ancora lottare per migliorarle. Questo per quanto riguarda la sinistra.
Guardiamo a destra. Inizialmente era formata dai Conservatori. Cioè da quella classe sociale borghese che non voleva sovvertire niente nella società visto che da essa traeva un buon, se non ottimo, livello di benessere.
La Rivoluzione comunista in Russia, la decapitazione della famiglia dello zar Romanoff, terrorizzò tutti i conservatori d’Europa. Fu in quel momento che prese avvio una vera e propria ideologia di destra. Si organizzarono partiti anticomunisti: nacque il fascismo in Italia, prima, il nazismo in Germania, dopo.
Quell’anticomunismo becero e barbaro fu sconfitto grazie alla seconda guerra mondiale. Dopo Yalta nell’Europa occidentale i partiti di destra divennero più moderati. Comunque nel 1900 tutta la politica fu giocata da partiti politici che in un modo o nell’altro si rapportavano alle ideologie di sinistra e di destra. (Sto semplificando moltissimo, me ne rendo conto. Però su un blog non si può approfondire di più.)
Ma alla fine del secolo, e arriviamo a noi, la situazione cominciava a logorarsi perchè i presupposti nella società stavano cambiando notevolmente. Mi riferisco all’avvento della globalizzazione e della robotizzazione. In questo nuovo contesto le ideologie divennero retrò: nude e vecchie perchè non avevano più gli strumenti per rispondere alle nuove esigenze.
Lenin aveva progettato un’internazionale socialista: operai di tutto il mondo unitevi? Ma con la robotizzazione dove erano gli operai sfruttati alla catena di montaggio? Desaparecidos, per lo più. Peggio. Con la globalizzazione nasce un’orrenda concorrenza tra operai. Vincono (si fa per dire) quelli che vivono nei paesi più poveri, cioè quelli i cui stipendi sono più miserevoli. Di più. Dove è finito il padrone contro cui lottare? Difficile dirlo perchè ormai si mimetizza benissimo dietro a multinazionali e a finaziarie internazionali. Contro chi scioperare? Contro un listino di borsa? Contro un operaio che prende meno di te all’altro capo del mondo? Contro un robot, come nel ‘700 al tempo del luddismo? Ovviamente non è possibile: ormai si è rotto il meccanismo che teneva in piedi i partiti di sinistra!
A destra? La destra estrema archiviata dalla seconda guerra mondiale (per foruna!). La destra moderata, archiviata dalla finanza speculativa, arrembante e ipervelocizzata dai logaritmi dei computer, a cui non si riesce più a mettere la briglia. I conservatori? Spariti anche loro come le classi sociali che rappresentavano.
Così si chiude l’esperienza delle ideologie teoriche e politiche e siamo nel 2000.
Lenin si chiedeva: “Che fare?” Ormai tocca a noi che viviamo questa nuova epoca chiederci che fare? Inventarci nuove ideologie? Non credo che sia possibile e nemmeno utile o auspicabile. Le ideologie in passato hanno dato il via a lotte fratricide anche molto cruente con spargimenti di sangue. Sarebbe bello che il futuro vedesse un’umanità meno cruenta. Penso che si debba accedere ad un livello superiore di civiltà. Ma con quali strumenti?
Ovviamente attraverso il Buonsenso. Uno strumento di cui tutti noi, esseri senzienti, siamo dotati. Si tratta di coltivarlo nella nostra mente, nel nostro cuore. Occorre prima, però, liberarsi di ogni orpello delle vecchie dieologie retrò. Occorre anche lavorare per il bene comune, cioè essere bio (nutrire la vita). Per far questo bisogna essere individui sociali ed ecologici. Si tratta di diminuire il più possibile i propri gretti interessi dell’immediato per guardare più in là agli interessi delle generazioni future. Sì, sarebbe bello che l’umanità riuscisse a fare questo salto di consapevolezza e di civiltà: un salto quantico…