Fertilità (day o non day…)

Al di là delle polemiche sul giorno della fertilità, l’invenzione governativa di ieri 22 settembre 2016, vorrei fare alcune riflessioni.

In natura la prosecuzione della specie è garantita dall’abbondanza. Tutti gli organismi emettono in abbondanza semi e li disperdono nell’ambiente, confidando che qualcuno sopravviverà alle insidie e riuscirà a crescere per divenire adulto e poi riprodursi.

Un ciclo ripetitivo che non si preoccupa, ma confida nella provvidenza.

Semi abbamdonati al destino… Tantissimi semi.

Se si pensa che l’organismo più grande del mondo, la balena, nutre il suo enorme corpaccione di plancton, cioè di semi abbandonati dagli organismi marini, si può comprendere l’enormità della cosa.

L’evoluzione fino ad un certo punto si è accontentata dell’abbondanza; poi sono arrivati i primi esseri più complessi che necessitavano di una forma di apprendimento alla sopravvivenza: gli ovipari con le ali. I rettili sono ovipari che abandonano le loro uova al destino. Gli uccelli non possono. Sanno che devono occuparsene sia per farle schiudere, quindi necessitano della cova in un nido sicuro e caldo, sia per fare crescere i pulcini almeno finchè non apprendono a volare e a procurarsi il cibo.

Non è solo più una questione di affidarsi alla provvidenza, cosa che comunque non guasta mai, ma è anche una questione di intelligenza riproduttiva. Con gli uccelli si comincia ad avere un comportamento volto alla cura della prole; i mammiferi poi saranno ancora più coinvolti dalla faccenda. La fertilità a questo punto rimane alta, ma non così tanto quanto lo è per gli organismi inferiori.

Quanti documentari avete visto? In tutti si evidenziano le difficoltà riproduttive: a partire dalla scelta del partner, che deve dimostrarsi il migliore e più adatto alla riproduzione, alla scelta della tana, alla cura del proprio territorio di caccia per garantire cibo alla famiglia, alla crescita ed educazione dei cuccioli. Capita anche nei documentari di vedere cuccioli che non ce la fanno o perchè non sopravvivono all’inverno rigido, o perchè cadono vittime dei predatori o perchè finiscono nei guai. Però la provvidenza fa sì che la fertilità sia sufficiente a non causare eccessi nè in un senso nè nell’altro. Il più delle volte è sufficiente a regolare il tutto la presenza di un periodo ben delimitato riproduttivo: il periodo dell’estro.  Sono solo i lemming che quando sono troppi si suicidano invece di riprodursi. Negli altri casi l’abbondanza crea carestia e diminuzione della popolazione attraverso la morte anche dei soggetti adulti e quindi poi anche della quantità di cuccioli futuri.

Passiamo alle vicende dell’uomo. La fertilità non è regolata dall’estro. Ogni mese la donna produce un uovo pronto ad essere fecondato, l’uomo potrebbe fecondare tutti i giorni dell’anno. Troppa abbondanza? Forse se si pensa all’uomo come ad un animale non senziente, ma siamo dotati di possibilità di scegliere e decidere. Anche in passato lo eravamo, prima dell’invenzione dei sistemi anticoncezionali la religione si proponeva di far riflettere sul fatto che l’atto sessuale era soprattutto un atto riproduttivo e quindi andava espletato all’interno di una cornice atta a garantire la sopravvivenza del neonato: occorreva un matrimonio.

I risultati non sono mai stati soddisfacenti: troppa fertilità ha prodotto secoli di eccesso di riproduzione affidata alla provvidenza. Molte/troppe sofferenze e morti. La provvidenza spesso veniva in soccorso, ma molto spesso non bastava e così troppi neonati non avevano la possibilità di crescere o per mancanza di cibo o per mancanza di casa, o di risorse idonee, oppure per malanni dovuti a tutte queste necesità insoddisfatte. Su tutto regnava la povertà e l’ignoranza.

Solo con l’avvento della contraccezione moderna le coppie possono decidere se e quando riprodursi. Ma così hanno scelto il controllo totale e hanno abbandonato totalmente la fiducia nella provvidenza e nella natura. Si finisce col volere programmare ogni dettaglio e la fertilità se ne va.

Sarebbe bello se si riuscisse ad avere un equilibrio fra fertilità e programmazione, probabilmente è la via giusta per una società complessa come la nostra. Pensate alle migranti, si imbarcano incinte e si affidano alla provvidenza per vedere crescere le loro creature. Molte ce la fanno, certo purtroppo non tutte. Nel loro caso pesa di più il piatto della bilancia che si affida alla provvidenza e spesso ottengono una vita decorosa per i loro nati. Noi occidentali che vogliamo soprattutto certezze rischiamo la certezza di non essere più fertili… I piatti della bilancia devono trovare un equilibrio anche per noi donne occidentali…

Arriva l’autunno arriverà lo smog

Sarebbe bello che i nostri governanti fossero lungimiranti almeno sulla salute dei cittadini. Tutti gli anni in Pianura Padana si ripresenta il problema dello smog e tutti ne patiscono le conseguenze sulla salute.

Sarebbe bello se venissero messe in atto nuove politiche per limitare lo smog. Sarebbe utile ad esempio incentivare maggiormente l’utilizzo delle auto ibride.

Sarebbe doveroso attuare una politica dei trasporti pubblici più efficiente. Mi riferisco in particolare al trasporto ferroviario dedicato ai pendolari. Sono questi gli utenti che andrebbero maggiormente coccolati perchè tutti i giorni usano il treno. Sarebbe bello che non venissero soppresse corse utilissime. Sarebbe bello che anzi venissero ampliati gli orari. Sarebbe bello che i treni avessero un numero di carrozze sufficienti a far sedere tutti.

Sarebbe bello che il trasporto delle merci utilizzasse maggiormente la rete ferroviaria e i porti intermodali. Sarebbe bello che i politici incentivassero questa modalità di trasporto. L’utilizzo del trasporto su gomma dovrebbe concentrarsi sul trasporto degli ultimi 100/50 km.

Sarebbe bello che le merci che arrivano da lontano potessero viaggiare oltre che in treno anche sull’acqua. I canali navigabili dalle chiatte che caratterizzano il resto d’Europa, sarebbe bello che fossero realizzati anche in Italia, soprattutto in Pianura Padana che è ricca d’acqua. A questo scopo sarebbe bello studiare la possibilità di raddoppiare la larghezza di alcuni dei canali  già esistenti. Oppure di renderli navigabili a senso unico alternato, realizzando delle aree di sosta dei barconi fra un porto e l’altro. Tutto questo al fine di consumare poco territorio agricolo.

Sarebbe bello che i cittadini fossero consapevoli che con più navigazione si potrebbe migliorare la salute di tutti. Non solo i cittadini anche i contadini che possiedono le aree limitrofe ai canali…

Anche i porti lungo le nostre coste se fossero utilizzati maggiormente come porti intermodali potrebbero limitare l’uso del trasporto su gomma in tutto il territorio nazionale.

 

Italia sismica

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La cartine qui sopra pubblicate rapprsentano gli aspetti fondamentali dell’Italia geologica. Sarebbe bello se fossero appese in tutti i comuni nella stanza dei sidaci così come viene esposta l’immagine del Presidente della Repubblica in carica. Andrebbero esposte anche nelle scuole e nelle sedi delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco e della Protezione civile.

Da queste andrebbe poi ricavato il profilo sismico dettagliato del territorio provinciale/comunale affinchè le amministrazioni potessero aver ben chiara la sismicità del proprio territorio e prendere opportuni provvedimenti quando dovessero redigere il Piano Regolatore.

Le cartine da sole non bastano. L’Italia è piena di laureati in geologia che difficilmente riescono a lavorare nel campo in cui hanno studiato. Sarebbe bello che le amministrazioni potessero usufruirne nell’ambito di un percorso educativo nazionale volto a spiegare i contenuti di dette cartine ad ogni nuovo cambio di amministrazione. Una sorta di corso di aggiornamente come quelli che organizza il Provveditorato gli Studi rivolto oltre che alle scuole anche agli amministratori e a tutti coloro che si devono occupare di prevenzione e soccorso in caso di sisma.

Sarebbe bello anche che le scuole, almeno quelle medie, avessero un programma che prevede lo studio della geologia assieme alla geografia.

Tutto questo percorso informativo ed educativo andrebbe abbinato ad esercitazioni antisismiche così come avviene in un Giappone, un paese che per sismicità assomiglia all’Italia.

Certo tutto questo sarebbe necessario, ma non sarebbe sufficiente a evitare disastri anche perchè il nostro paese è un susseguirsi di centri storici costruiti in epoca medioevale che occorrerebbe rendere più sicuri con enormi attività di rafforzamento edilizio. Sarebbe bello avere le risorse e le capacità tecniche per intervenire anche su questo fronte, ma le difficoltà sarebbero tantissime.

Le cartine e l’educazione invece sarebbero utilissime per intervenire sul nuovo e per dare consapevolezza a chi di dovere della serietà della questione. Forse le scuole nuove, gli ospedali nuovi, gli edifici pubblici nuovi, i ponti ecc. verrebbero realizzati con più discernimento. In Giappone, quando vi è una scossa tellurica, almeno quello che è stato costruito recentemente resiste e non crolla. Sarebbe bello poter dire altrettanto dell’edilizia italiana.

Come un seme

Perché scrivere queste pagine? Perché condividere alcune mie idee su internet?

Spesso mi domando se sia una buona cosa. In realtà non mi aspetto molto da questa scelta.

Sono fatalista: queste pagine di idee, per me, sono come fogli inseriti in una bottiglia da un naufrago. Chissà se approderanno da qualche parte?

Oggi siamo tutti un po’ soli come naufraghi. Infatti è sempre più difficile (se si esclude il web) riuscire ad instaurare un dialogo vero con qualcuno. Non si ha mai tempo. Anche se si inizia una buona conversazione con una persona, si viene subito interrotti da mille cose che premono: il telefonino, il pc, le questioni concrete e contingenti di lavoro ecc. Così finisce che non ci proviamo nemmeno più ad iniziare delle belle conversazioni. La televisione poi ci ha incoraggiato a trasformare i dialoghi o in monologhi, o in risse verbali.

Invece mi ricordo di quando, con mia nonna, facevo visita alle sue amiche, all’ora del tè. Ebbene, allora io ero piccola, ma passavo un’ora e più ad ascoltarle conversare di tutto un po’, anche di attualità e politica e non era una cosa noiosa perché le arzille vecchiette erano anche argute.

Sul web per dialogare, quindi, con alcune idee per vari spunti di conversazione. Sperando di essere arguta.

Sarebbe bello se ogni pagina del blog fosse come un seme che si lancia al vento. Se il destino vorrà cadrà su terreno fertile e germoglierà. Se invece cadrà su terreno arido seccherà. Se finirà in acqua sarà travolto dalla corrente. Chi vivrà vedrà…

Super Mario

Questa che vi farò è una domanda a cui sembra facile rispondere. Sembra…

Secondo voi Super Mario il protagonista del famosissimo video gioco della Nintendo può rendersi conto, dal suo mondo, che è stato creato dagli ingegneri informatici della Nintendo? Oppure può comprendere che esiste il giocatore alla console?

Sembrerebbe di no. Ma  perché non potrebbe?

Perché finora gli informatici suddetti non hanno previsto che lui possa accedere ad una funzione, o ad un livello, o ad un premio da cui può rivolgersi al giocatore o agli inventori interagendo con l’esterno del videogioco.

E noi della/nella nostra biosfera? Siamo sicuri di essere dotati di tutti gli strumenti per capirla a fondo?

Chi è sano è dotato dei 5 sensi. Ma prendiamo l’udito: noi non siamo in grado di percepire tutti i suoni esistenti, gli ultrasuoni li sentono i pipistrelli, noi no. L’odorato: i cani percepiscono molti più odori di noi. La vista: non possiamo ingrandire le immagini come un microscopio. Non possiamo neanche vedere lontanissimo nemmeno come fa Hubble. Possiamo vedere gli ultravioletti o gli infrarossi? No. Possiamo percepire l’esistenza delle onde radio? No. Dei raggi x? No. Forse anche gusto e tatto hanno gli stessi limiti.

Dopo Einstein la scienza è arrivata a dirci che  la velocità della luce è una costante insuperabile, ma che il tempo e lo spazio invece sono relativi.

Sappiamo che il mondo di Super Mario è fatto di luce ed è un universo disegnato da un linguaggio binario: con funghetti, con buoni e cattivi, con una meta da raggiungere. Per Super Mario gli oggetti che incontra sono reali, così come i buoni o i cattivi. Lui non lo sa, ma è un videogioco scritto con linguaggio binario.

E noi? Anche a noi il mondo in cui viviamo ci sembra fatto di materiale reale. Il tempo e lo spazio ci sembrano reali, ma invece ora sappiamo che sono relativi. Resta la luce, l’unica certezza. Ma allora anche la nostra realtà, come quella di Super Mario, è fatta solo di luce?

La scienza ci dice che la luce è un’onda elettromagnetica che è fatta sia di particelle i fotoni, sia di onde. Il suo ondeggiare sembra una vibrazione. (Ma un’onda che vibra e non è anche sonora?)

Quindi la luce ha tre caratteristiche: particella fotone, onda, vibrazione. Sarebbe bello poter dire che è una e trina.

La scienza è anche arrivata a scoprire l’entanglement. Cioè le particelle di luce si comporterebbero in un modo o in altro a seconda se sono osservate o meno… Di più: si dividerebbero e ognuna “sentirebbe” a distanza quello che succede alla compagna in una sorta di vibrazione compartecipe. Compassione (?).

Possiamo comunicare con la luce? Con la preghiera, forse?  A volte sembrerebbe di sì: forse vibriamo allo stesso modo e ci mettiamo sulla stessa lunghezza d’onda della luce, vibriamo con compassione e otteniamo dei “miracoli”. Cioè vi sono dei momenti in cui possiamo piegare la realtà ai nostri desiderata forse abbiamo un entanglement. Forse. Oppure, chissà, otteniamo di saltare da un universo che non ci piace, ad uno che ci piace di più, in una sorta di balzo spazio/temporale.

Speriamo che gli scienziati arrivino a conoscere tutti i segreti della luce perché sarebbe bello arrivare a poter dire che la luce scientifica e la luce divina in effetti sono la stessa cosa…

Le religioni servono ad indirizzarci a questo?

Sarebbe bello che la scienza potesse dimostrare che la vibrazione della luce è sonora. Perché si potrebbe dire che è “il Verbo”, quello che ha creato tutto. Sarebbe bello poter dire scientificamente che è anche compassione, cioè amore. Sarebbe bello perché forse aiuterebbe tutti, non solo i credenti, a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda divina.

Sarebbe bello se la scienza in futuro riuscisse a dimostrare che il nostro mondo è scritto invece che con linguaggio binario con un “linguaggio trinario” ? Un linguaggio che non conosciamo ancora…

Sarebbe bello se…

Sarebbe bello se… è il sottotitolo del blog buonsensobio. Perché?

Perché buon senso bio c’è quando si vuole essere creativi e propositivi. Questo blog ama i commenti che lo sono. Anche quelli leggeri e spiritosi. Invece non considera quelli che sono aggressivi, polemici e distruttivi. Perché?

Distruggere è facile: lo possono fare tutti in un attimo con le azioni o con poche parole, essere creativi  è molto, molto, più difficile e laborioso!

Le madri generano e crescono i figli così com chi coltiva rose sa che ci saranno boccioli che fioriscono ma anche spine.
Le madri generano e crescono i figli così come chi coltiva rose sa che ci saranno boccioli che fioriscono ma anche spine. Così è nutrire la vita.

Infatti creare la vita, nutrila e farla crescere, per una donna è un lavoro lunghissimo che comincia dai 9 mesi della gravidanza e, a ben guardare, non termina mai nemmeno quando i figlioli sono cresciuti. Invece basta poco per distruggere la vita: un attimo di disattenzione, un’azione violenta improvvisa, una frase da bullo… Tutto il lavoro di una donna sia di cura sia di attenzione per far crescere degli individui sani ed equilibrati può essere distrutto in un minuto.

Sarebbe bello se prima di agire in modo aggressivo pensassimo a tutto il lavoro, l’amore e alla fatica educativa e di cura della madre che ha creato quella persona.

Sarebbe bello se aggredire una vita fosse considerato come un atto di distruzione del lavoro lunghissimo di una donna; così come accadrebbe nel momento in cui venisse aggredito il lavoro lunghissimo di un uomo: ad esempio la Cappella Sistina di Michelangelo o la Gioconda di Leonardo.

Questo sempre. Sia quando la persona ci assomiglia e la pensa come noi, sia quando invece è lontanissima dal nostro modo di essere e di pensare.

Le madonne del latte

In Brianza, nel varesotto e nel Canton Ticino, ci sono moltissime chiese che hanno al loro interno raffigurazioni della Madonna mentre sta allattando il Bambin Gesù. Alcune di esse sono anche considerate miracolose. Poiché le madonne del latte simboleggiano il nutrimento e la misericordia divina e poiché siamo nell’Anno Santo dedicato alla Misericordia, voglio iniziare questo blog proprio da qui: dalla Madonna del latte di Ardena (Va) che, quando la porta della chiesa è aperta, sembra guardi qui giù, qui proprio me che sto scrivendo il blog e speriamo che mi ispiri saggi pensieri…madonna del latte

Sarebbe bello se il nutrire la vita e l’essere misericordiosi l’un l’altro fossero considerati centrali nella vita di ognuno di noi. 

Cosa sarebbe un mondo dove le donne non partorissero più e non allattassero più, cioè non nutrissero più quotidianamente la vita? Cosa sarebbe la terra senza la  biosfera? L’umanità ha ricevuto in dono la creazione: ha un intelletto capace di discernimento e un cuore sufficienti a capire che senza un operato di continuo e consapevole nutrimento della vita sia umana sia naturale tutto sparirebbe.

Ecco perché occorre dotarsi di BUON SENSO BIO